Lo Chanel n.5 sta bene a tutte? Partiamo dal profumo più famoso del mondo, per capire una cosa che ogni donna deve sapere: non c’è essenza (neppure il mitico n.5) che, una volta spruzzata sul corpo, non cambi. Perché? Scopritelo con questa guida Chanel n 5 è forse il profumo più famoso del mondo. Non c’è donna che non l’abbia provato almeno una volta. Magari per scoprire che, su di lei, è “diverso”. Allora c'e da chiedersi: perché, quando mettiamo un profumo, le reazioni cambiano da donna a donna. E quali sono i processi chimici e mentali che entrano in gioco. Ecco cosa hanno scoperto sui profumi.
Ci sono quelle che trovano buono un profumo. Ma non lo mettono. Perché? È una questione di pelle. Il profumo che senti aprendo il flacone non sempre è quello che ritrovi poi sul tuo corpo. Perché, a seconda del tipo di epidermide, può modificarsi totalmente. «Ogni pelle ha un odore diverso» spiega il cosmetologo Umberto Borellini. «A determinarlo è il pH, cioè l’acidità cutanea, che cambia da persona a persona». Un altro fattore che modifica la percezione di un profumo è la traspirazione. «Il sudore è fatto di acqua e altre sostanze, come sodio, cloro, potassio, acido lattico, che si mescolano alle essenze e all’alcol contenuti nel profumo dando vita a una fragranza completamente diversa» continua l’esperto. C’è un terzo motivo per cui gli odori mutano. «È il tasso lipidico della pelle. Se è grassa, il sottilissimo strato superficiale di sebo si mescola agli ingredienti del profumo e ne modifica anche in modo significativo il bouquet» conclude Borellini. Insomma, è sempre meglio non scegliere un profumo solo perché è sembrato buono sulla pelle di un’amica. Nel caso di Chanel n.5 o di altri profumi ormai “classici” come Anaïs Anaïs di Cacharel il rischio è proprio sceglierli senza averli provati. Bastano il nome e la fama per convincersi a metterne qualche goccia sulla pelle. Ma, per esempio, queste due fragaranze fiorite non fanno lo stesso effetto su tutte. «I bouquet a base di fiori hanno una resa migliore su un’epidermide con una produzione di sebo regolare» dice la dermatologa Magda Belmontesi. «La cute grassa, infatti, ha di per sé un leggero odore amarognolo che può combinarsi in modo poco armonioso alla dolcezza di un’essenza fiorita». Ci sono quelle che adorano un profumo e mettono solo quello. Perché? È una questione di cuore. Il legame tra olfatto ed emozioni è molto stretto. «I fattori emotivi che ci fanno apprezzare un aroma sono spesso legati ai ricordi» spiega lo psicologo Gesualdo Zucco. «Ognuno di noi memorizza miliardi di odori e li associa a sensazioni gradevoli o sgradevoli. Per questo un profumo è in grado di richiamare alla memoria immagini piacevoli del passato, come un viaggio, una persona o una torta appena sfornata. Si tratta di ricordi che riemergono in modo preciso, ma anche inconscio. Gli odori, infatti, vengono riconosciuti nell’emisfero destro del cervello, che è quello non legato al linguaggio. Per questo non sempre è possibile identificarli con chiarezza». Ci sono quelle che trovano un’essenza fantastica ma, dopo mezz’ora che l’hanno messa, provano fastidio. Perché? È una questione di naso. Così come cambiano sulla pelle, i profumi mutano anche con il trascorrere delle ore. «Il bouquet di ogni fragranza è fatto da tantissime note. E ciascuna ha una diversa durata, dai trenta minuti del limone alle sette o otto ore del legno» spiega il creatore di profumi Maurizio Cerizza. «Appena spruzzato, il profumo disperde le essenze più fresche e agrumate. Sono quelle che colpiscono subito l’olfatto e determinano il feeling immediato con la fragranza. Ma svaniscono dopo circa mezz’ora, lasciando il posto alle note fiorite, fruttate o speziate che caratterizzano il bouquet. Durano fino a tre o quattro ore e sono, in pratica, il vero profumo. Per ultime, si sentono le essenze ambrate e legnose e i muschi che danno persistenza e tenacia al profumo. Sono quelle che rimangono, per esempio, sui vestiti e possono durare anche diversi giorni» conclude Cerizza. Ecco perché quando si sceglie una fragranza, bisognerebbe aspettare almeno un’ora per capire se piace veramente. Ci sono quelle che un giorno adorano un aroma e un altro non lo tollerano. Perché? È una questione di ormoni. «Ci sono situazioni che modificano lo stato della pelle» spiega la dermatologa Riccarda Serri. «Durante il ciclo mestruale, per esempio, gli ormoni cambiano il pH cutaneo. Così, il profumo si modifica. Durante una gravidanza, invece, a causa della nuova situazione ormonale, l’olfatto è molto più sensibile agli odori. Questo fa percepire nel profumo abituale note che prima non erano avvertite. E che possono non piacere più. Con il sopraggiungere della menopausa, infine, la cute diventa più secca. La mancanza di lipidi sulla superficie cutanea altera il pH e, ancora una volta, l’aroma del bouquet» conclude la dermatologa. Invece di avere un solo profumo in una boccetta grande, si può puntare su due di taglia piccola, da cambiare a piacere. Ci sono quelle che amano un profumo a seconda delle ore del giorno. Perché? È questione di umore. A volte, il profumo messo al mattino, a metà pomeriggio ci sembra quasi sgradevole. E sentiamo il bisogno di un’essenza diversa. «Dipende tutto dall’umore» spiega la dermatologa Maria Teresa Lucheroni. «Ogni odore, attraverso la stimolazione di certi neurotrasmettitori, ha un effetto sul sistema nervoso. Se, al mattino, ci si sveglia giù di corda, per esempio, risulteranno gradevoli essenze come il cioccolato, la vaniglia o il miele. Se nel corso della giornata si ritrova l’energia, le stesse fragranze non sembreranno più così piacevoli». Lo stesso discorso vale per Chanel n.5. Tra i suoi componenti ci sono anche il sandalo e la rosa di maggio, dal potere distensivo e, quindi, irresistibili soprattutto di sera o nei momenti di maggiore tensione. |